Che cos’é la riflessologia plantare?


“W. Fitzgerald, dottore in medicina, è considerato il moderno riscopritore – fondatore della riflessologia plantare: nacque nel 1872 negli USA. Si diplomò nel 1895 nell’Università del Vermont e praticò per qualche anno in diverse cliniche europee. Più tardi lavorò nel Connecticut presso la clinica otorinolaringoiatrica, prestò la sua opera pratica in New York e morì a Stamford nel 1942. Presso il dottor H. Bressler, Fitzgerald sh occupò a Vienna, all’inizio del secolo, delle possibilità di trattamento di organi lontani mediante punti da comprimere.
Il concetto di Riflessologia Plantare – un trattamento mediante pressione di punti sul piede – era però già noto circa cinquemila anni fa in India ed in Cina. Tale metodica terapeutica fu dimentica e, certamente, si può considerare che fosse basata su presupposti simili a quelli dell’agopuntura, derivando dalle stessi radici culturali.
In Europa dei metodi simili alla riflessologia plantare furono descritti dai medici Adamus ed A’tatis intorno al 1852. Il dottor Ball, circa nella stessa epoca, pubblicò uno scritto sul trattamento mediante compressione di determinati punti di organi lontano da essi.
Dall’altro capo del mondo, varie tribù indiane d’America conoscono le relazioni riflesse mediante le quali trattano le loro malattie. Tali conoscenze sono state conservate negli anni ed oggi è possibile rintracciarle, in parte, nelle riserve indiane.

Nel 1916 il dott. F. Bowers riconsiderò la riflessologia plantare del dott. Fitzgerald e la descrisse chiamandola “Terapia Zonale”.
Fitzgerald condusse corsi di addestramento e riunì una vera e propria associazione di praticanti intorno a sé. Sin dalla prima edizione del suo libro “Terapia Zonale” si può considerare, in base ai disegni, la suddivisione zonale del piede nella sua ripartizione in dieci settori corporei. Si è vicini, anche se ciò non è sempre evidente, alla trasposizione in forma scientifica di alcuni concetti della medicina popolare indiana.
Tali concetti furono evidenziati dalla massaggiatrice americana E. Ingham; elaborò con le sue esperienze dirette una visione pratica di relazioni tra le varie parti del corpo ed i riflessi terapeutici corrispondenti.
Sviluppò conseguentemente una speciale tecnica manuale, che venne definito metodo Ingham di massaggio con compressione delle zone riflesse del piede.


  • Il disegno a rete delle zone
  • Gli obiettivi della pratica: gli scopi della riflessologia plantare
  • Riflessologia plantare: Caratteri del trattamento
  • Riflessologia plantare: L’operato di un riflessologo
  • La riflessologia plantare… la nostra passione
Il disegno a rete delle zone

Il massaggio delle zone riflesse in corrispondenza del piede presuppone due dati fondamentali:
1. la ripartizione del corpo umano in dieci zone corporee, dovute al pensiero del dott. W. Fitzgerald, suddivise a loro volta in:
– dieci zone del corpo verticali: queste zone sono rappresentate da dieci campi verticali ordinati ed equivalenti, attraversanti tutti gli organi dalla testa fino alle mani, dal tronco fino ai piedi
– tre zone orizzontali del corpo: la prima nella zona del cingolo scapolare, la seconda in corrispondenza del margine costale inferiore, la terza in corrispondenza del pavimento del bacino

2. il disegno a rete in dieci zone podaliche che deriva dall’osservazione di Fitzgerald (il reticolo in corrispondenza del piede). In tale rete vengono individuate le zone riflesse, empiricamente note da secoli e così suddivise:
– le zone del corpo verticali, che attraversano nel loro decorso dall’alto verso il basso tutti gli organi e suddividono anche il piede, dalle dita al calcagno in dieci zone
– le zone del corpo a decorso trasversale. In base a tali linee si possono effettuare dei precisi rilievi anatomici:
– il capo e gi organi del collo si trovano in corrispondenza di tutte le falangi delle dita del piede
– gli organi della cavità toracica e della parte superiore dell’addome trovano corrispondenza nello spazio anatomico dell’insieme dei metatarsi
– gli organi dell’addome e del bacino sono rinvenibili in corrispondenza della base del piede, fino al malleolo laterale e mediale

Gli obiettivi della pratica: gli scopi della riflessologia plantare

ridurre l’ansia e il dolore; indurre il rilassamento e il sonno;
mitigare la nausea e il vomito (in questo senso in alcuni ospedali italiani gli infermieri la applicano sui pazienti in chemioterapia); controllare alcuni sintomi quali la stitichezza o il singhiozzo.
Basandosi sull’immagine degli organi “riflessa” nelle piante dei piedi (riportata qui sotto),

si può stilare un elenco dei disturbi curabili con la giusta digitopressione.La depressione e i problemi dell’umore si combattono premendo le zone dell’ipofisi e del cuore. Contro il nervosismo, lo stress, l’angoscia e la stanchezza bisogna riferirsi alle aree del plesso solare, polmoni, ghiandole surrenali, reni, ipofisi. I punti dei reni e della vescica sono da considerare per la terapia delle mestruazioni dolorose, la sindrome premestruale e la cistite. Facendo pressione sulle zone del pancreas, dell’intestino, del colon, dello stomaco e del plesso solare si curano i problemi digestivi e le coliti; con i reni e il cuore si combatte il disturbo del gonfiore alle gambe. Per il mal di testa si consiglia di rivolgersi alle aree degli occhi, della fronte e del fegato; per l’insonnia e i frequenti risvegli notturni le aree della fronte e del plesso solare; per la costipazione il punto dove è localizzato il riflesso dell’intestino. E poi ecc.

Riflessologia plantare: Caratteri del trattamento

Praticando la riflessologia plantare la sensazione che si prova è una spiccata rilassatezza. La durata del trattamento varia da soggetto a soggetto, quindi è impossibile dire quante volte sarà necessario ricorrere al massaggio per vedere scomparire il disturbo di cui si soffre. E’ chiaro, comunque, che gli squilibri organici o le malattie psicosomatiche che si trascinano da più tempo e di natura grave avranno bisogno di un ciclo di intervento più lungo.
Attenzione però: nel processo di riconquista dell’equilibrio e quindi della fine della terapia, si possono verificare effetti indesiderati che si configurano come vere e proprie “crisi di assestamento”, ma che segnalano la vicinanza dello scopo ultimo della terapia riflessogena, cioè la guarigione.
Tra questi fenomeni si annoverano l’aumento delle eruzioni cutanee, l’incremento della sudorazione e della secrezione del naso e della bocca, l’innalzamento dei valori dell’attività intestinale e di quella della vescica urinaria.

Riflessologia plantare: L’operato di un riflessologo

Aiutare l’individuo a recuperare l’equilibrio energetico dell’organismo e a ritrovare uno stato di benessere generale.
La Riflessologia plantare è la “scienza dei riflessi”, intesi come zone collegate a determinati organi del corpo umano.
Si può dire che tutto il corpo umano è sede di punti riflessi sui quali è possibile agire per alleviare dolori e tensioni; esistono però zone in cui le concentrazioni nervose sono più elevate, queste zone sono collocate nelle parti periferiche del nostro corpo: la testa, le mani e i piedi.
Dall’analisi del piede si può risalire allo squilibrio energetico dell’organismo tenendo in considerazione anche il carattere e le abitudini di vita.
Nell’uomo esiste una carica di energia vitale, che rappresenta la condizione primaria dello star bene. Ogni ostacolo che si viene a creare nel fluire di questa energia costituisce la causa di un mutamento dell’equilibrio fisiologico e un pericolo per la funzionalità dell’organismo.
Se un organo smette di ricevere nella giusta quantità quell’apporto di energie di cui necessita, viene compromesso nella propria funzionalità; è quindi importante che non sopraggiunga nessun blocco nei condotti energetici.
Uno dei sistemi più antichi atti a ripristinare e a stimolare questo flusso, è costituito sicuramente dal massaggio, una pratica che non ha controindicazioni, se eseguita da mani esperte.
Dall’analisi podalica si puo risalire all’origine che ha causato lo squilibrio.

La riflessologia plantare… la nostra passione

Alcune zone del nostro corpo sono estremamente sensibili e ricettive agli stimoli esterni. Lo sono ancor di più le mani, i piedi e la testa che presentano dei riflessi nervosi molto attivi e sono un collegamento immediato con tutto il resto del corpo. Attraverso l’uso sapiente di molte tecniche di massaggio miriamo al recupero dell’armonia psichica e fisica. Le origini di tali tecniche sono antichissime e si ha notizia della prima vera riflessologia nella civiltà egizia.
Considerando il fatto che sul piede si proiettano tutte le zone del corpo, risulta evidente il motivo per cui, attraverso il massaggio di questa ristretta parte, si apporti beneficio a tutto il resto. Non deve sembrare un fatto strano perchè ogni zona dell’organismo ha corrispondenze con altre. Lo sapevano i popoli antichi e per fortuna lo sappiamo anche oggi, in maniera più razionale e scientifica. Attraverso la manipolazione del piede siamo in grado di indurre le capacità di riequilibrio di un organismo malato, pur senza interferire con il compito primario del medico, cioè quello della “cura del malato”. Le patologie che più comunemente traggono beneficio dalla riflessologia plantare sono: le cistiti, i calcoli renali e biliari, la cellulite, le forme influenzali, la sinusite, le cefalee, i dolori articolari, la colite, la stitichezza, la diarrea, l’obesità, l’ipertensione, le varici, le emorroidi, le mestruazioni irregolari, l’otite, le vertigini, le allergie, ecc.



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